
Quando ho iniziato la lettura di questo romanzo avevo molte aspettative e molti timori. Da una parte ne ho sentito parlare ovunque e sembrava essere davvero una piccola perla che doveva essere assolutamente letto, ma d’altro canto questo è stato il mio primo approccio alla letturatura giapponese e quindi temevo che leggere della quotidianità di una cultura tanto diversa potesse essere complicato.
In Giappone c’è una caffetteria speciale. È aperta da più di cento anni e, su di essa, circolano mille leggende. Si narra che dopo esserci entrati non si sia più gli stessi. Si narra che bevendo il caffè sia possibile rivivere il momento della propria vita in cui si è fatta la scelta sbagliata, si è detta l’unica parola che era meglio non pronunciare, si è lasciata andare via la persona che non bisognava perdere. Si narra che con un semplice gesto tutto possa cambiare. Ma c’è una regola da rispettare, una regola fondamentale: bisogna assolutamente finire il caffè prima che si sia raffreddato.
Le premesse come detto c’erano tutte e fortunamente sono state rispettate in toto. Finché il caffè è caldo è un bellissimo romanzo che ci accompagna in diversi spaccati di vita, non sempre felici, e ci rende partecipe in modo intelligente e coinvolgente del viaggio di diverse persone e della loro sfida di bere il caffè finché è caldo.
Anche la scrittura è piuttosto scorrivele e sono stata molto felice di tornare a leggere finalmente in terza persona.
Toshikazu Kawaguchi ha sbancato vendendo oltre un millione di copie e tutte più che meritate. L’idea al centro del romanzo e del nostro misterioso caffè di Tokyo è di per sè geniale e le storie dei protagonisti sono a dir poco toccanti.
Forse l’unico problema che ho avuto, parlando di cultura nipponica, è stato solamente l’associare i nomi ai personaggi. Almeno all’inizio. Kei, Kazu, Negare, Fumyko ecc. non sono nomi che per noi è facile ricordare, ma alla fine per il fantasy è la stessa cosa… Non è vero miei cari Bilbo, Legolas, Aragon, Eragon, Pantalaimon, Sirius, Remus, Gerald, Redhmar, Tyrion, Anasawi? E un’infinità di altri!
In conclusione, è una lettura che consiglio a tutti coloro che vogliono passare una giornata di relax sul divano. Il libro conta solo 177 pagine e può essere letteo agilmente in qualche serata o in una giornata di lettura/maratona, ma soprattutto è un romanzo merita davvero!